Conquistando Escalones donerà 27.000 euro all’Università di Valencia per far avanzare la ricerca

Conquistando Escalones continua a collaborare con il Laboratorio di Genomica Traslazionale dell’Università di Valencia, diretto da Rubén Artero, al fine di trovare trattamenti per la Distrofia Muscolare dei Cingoli 1F/D2 (LGMDD2).

Come abbiamo accennato in questa notizia il lavoro di anni di Águeda Blázquez, finanziato direttamente dalla nostra associazione, oltre ai suoi frutti, ha lasciato anche una grande eredità. Alicia Novella Estellés, pre-dottorale, ha lavorato fianco a fianco con lei e il resto del team per un po’ di tempo e ha continuato a farlo fino ad ora grazie ai fondi che avevamo già erogato affinché il lavoro di ricerca non venisse messo in pausa. Ora, affinché possa continuare nel corso del 2024, abbiamo concordato di effettuare un pagamento di 27.000 euro, di cui abbiamo già pagato 16.000 euro (5.000 € dalla sede spagnola e 11.000 dalla sede italiana) e il resto sarà pagato tra i mesi di giugno e luglio.

Inoltre, grazie alla concessione di fondi da parte del Ministero della Scienza in Spagna, è stato possibile inserire anche un borsista post-dottorato nel laboratorio. In particolare, il dottor Javier Poyatos, che già lavora alla nostra ricerca da anni.

Oltre a comunicarvi gli accordi e i pagamenti che facciamo, in modo da essere trasparenti nel farvi sapere come vengono destinati i fondi che grazie a tutti voi raccogliamo, vi vorremmo raccontare nel dettaglio come sta procedendo la ricerca in questo laboratorio e quali sono obiettivi futuri.

Modello murino (topo) di LGMDD2

Per quanto riguarda il modello murino di LGMDD2, fino ad ora non era stato possibile osservare i segni clinici che caratterizzano i pazienti nei topi. Recentemente, è stato possibile osservare segni di alterazioni muscolari a livello istologico (tessuti analizzati al microscopio), ma, data l’importanza di un modello murino della malattia, il laboratorio continua a cercare più fenotipi (sintomi visibili della malattia) che permettano di utilizzare questi animali per studi preclinici. Da un lato, stanno generando topi che presentano la mutazione omozigote (le due copie della mutazione) per verificare se la presenza di un allele selvatico è la causa dell’assenza di un fenotipo. Dall’altra parte, inizialmente si erano concentrati sullo studio di topi più anziani, tuttavia, è possibile che gli effetti della proteina mutata si manifestino in individui più giovani e che questi siano mascherati dalle funzioni di altre proteine nel tempo. Pertanto, è in fase di definizione una linea temporale, raccogliendo campioni da topi da un’età molto giovane a un’età più avanzata al fine di studiare il modello di espressione della proteina trasportina 3 mutata (TNPO3) e i suoi effetti sul fenotipo del topo. Così, una volta stabilita l’età e il genotipo (informazione genetica) ottimali per studiare i topi, i ricercatori saranno in grado di testare diversi approcci terapeutici, come, ad esempio, il composto candidato per il riposizionamento farmacologico.

Inoltre, verranno effettuati anche approcci ad alta produttività come lo studio della trascrittomica (studio dell’RNA delle cellule) dei topi, in modo da poterlo confrontare con il modello cellulare della malattia (che è stato eseguito a partire da campioni di un paziente della nostra famiglia) e, quindi, verificare se il pattern di espressione proteica è simile. Infine, poiché sono state descritte alterazioni delle citochine nel sangue dei pazienti, verranno valutati i livelli di queste nel topo.

Studio dei meccanismi di patogenesi (come la malattia ha origine e si sviluppa)

Un aspetto fondamentale dello sviluppo di terapie contro una malattia è comprenderne la patogenesi. Per questo motivo è importante non trascurare lo studio dei meccanismi patogenetici che portano alla comparsa dei fenotipi caratteristici della patologia. Per questo motivo, sono stati sviluppati in laboratorio una serie di costrutti di DNA plasmidico (molecole presenti nei batteri e in altri organismi microscopici) contenenti transportina 3, normale o mutante, marcati con diverse marcature fluorescenti. Il passo successivo è quello di introdurre questi costrutti nel modello cellulare della malattia per osservare dove queste proteine si trovano a livello subcellulare e come interagiscono tra loro. Queste informazioni ci permetteranno di capire meglio cosa sta succedendo a livello molecolare nella malattia e, quindi, di cercare terapie che cerchino di recuperare queste alterazioni.

Sviluppo di terapie per LGMDD2

Per quanto riguarda la ricerca di possibili terapie per la malattia, l’approccio che è stato sviluppato in laboratorio negli ultimi anni, come è stato raccontato fin dalla sua nascita, consiste nel riposizionamento di farmaci già esistenti sul mercato. Questo perché questo è il modo in cui un possibile trattamento potrebbe raggiungere i pazienti in modo più immediato. Allo stesso tempo, è stato avviato lo sviluppo di possibili terapie a base di oligonucleotidi (brevi sequenze di DNA e RNA), che agirebbero in modo specifico contro la mutazione dei pazienti. Pertanto, sono stati generati diversi disegni che sono attualmente in fase di test nel modello cellulare della malattia. Le costruzioni menzionate nella sezione precedente saranno di grande aiuto per comprendere i meccanismi d’azione sia del farmaco candidato da riposizionare che dei nuovi approcci.

In sintesi, dal Laboratorio di Genomica Traslazionale dell’Università di Valencia, gli obiettivi a breve termine sono continuare con la ricerca del fenotipo del modello murino della malattia, studiare la localizzazione subcellulare della proteina TNPO3 nel modello cellulare attraverso l’uso di costruzioni di DNA plasmidico che contengono la proteina, selvatica o mutata, etichettato con etichette fluorescenti e testare diverse terapie a base di oligonucleotidi nel modello cellulare.

Inoltre, si sta lavorando a livello burocratico per iniziare le procedure per poter effettuare la prima sperimentazione clinica sull’uomo del farmaco riposizionato, candidato più promettente, per un possibile trattamento della LGMDD2. Come abbiamo già accennato, questo avrebbe un costo approssimativo di 100.000 euro che dovremmo sostenere come associazione, sommato a tutti i costi a cui già dobbiamo far fronte, quindi ora più che mai, non possiamo smettere di raccogliere fondi e chiedere il vostro aiuto.