La ricercatrice Paola Dalgo e gli oligonucleotidi, un nuovo approccio terapeutico per la Distrofia Muscolare dei Cingoli 1F/D2

Paola Ximena Dalgo Aguilar è ricercatrice presso l’Università Tecnica Privata di Loja e coordinatrice del gruppo di ricerca sulle malattie croniche non trasmissibili. Sta lavorando alla sua tesi di dottorato dal titolo “Modulazione dell’espressione genica di TNPO3 nella Distrofia Muscolare dei Cingoli 1F/D2” diretta dal Prof. Rubén Artero Allepuz e dalla Dott.ssa Ariadna Bargiela Schönbrunn del Gruppo di genomica translazionale dell’Università di Valencia.

L’obiettivo principale del suo lavoro è la caratterizzazione del modello cellulare di mioblasti di pazienti con Distrofia Muscolare dei Cingoli 1F/D2 recentemente generata dal gruppo del Prof. Juan Vilchez (Ospedale La Fe). Questa caratterizzazione servirà come base per la progettazione di una strategia terapeutica mirata. La malattia è causata dalla presenza della proteina mutante TNPO3, che, come è già stato dimostrato, ha un effetto tossico nei pazienti e nei modelli di malattia sinora sviluppati. Pertanto, le strategie che verranno testate saranno volte a ridurre i livelli della proteina tossica migliorando così alcuni dei sintomi dei pazienti.

Nello specifico, il lavoro di Paola Dalgo si baserà sulla progettazione di oligonucleotidi antisenso che favoriscano la degradazione dell’RNA che successivamente dà origine alla proteina mutante. In breve, questo tipo di strategia consiste nel progettare un acido nucleico sintetico (contenente DNA e RNA) che sia in grado di riconoscere l’RNA portatore della mutazione. Una volta riconosciuto, si genera una molecola in grado di attivare un meccanismo di degradazione che diminuisce i livelli di RNA mutante e che, di conseguenza, diminuisce i livelli della proteina mutante e tossica responsabile di alcuni dei sintomi sofferti dai pazienti. Questi tipi di terapie pongono alcune sfide tecniche, tra cui far sì che gli oligonucleotidi sintetici antisenso riconoscano specificamente l’RNA alterato della TNPO3 e non altre sequenze di RNA che non sono correlate alla malattia al fine di evitare effetti non voluti. D’altra parte, è anche necessario testare varie sequenze che riconoscano diverse regioni dell’RNA mutante per identificare quelle in grado di innescare la reazione più potente al fine di ottenere la massima riduzione possibile dell’RNA mutante. È importante evidenziare che le terapie a base di oligonucleotidi antisenso sono attualmente in aumento, oggi sono circa 12 i farmaci basati su questa strategia per il trattamento di malattie come la distrofia muscolare di Duchenne o l’atrofia muscolare spinale. Inoltre, sono in corso numerosi studi clinici che testano terapie a base di oligonucleotidi antisenso, quindi si prevede che, nei prossimi anni, la loro disponibilità sul mercato sarà maggiore.

Vogliamo ringraziare i nostri team di ricerca che si impegnano costantemente per cercare di trovare trattamenti contro la Distrofia Muscolare dei Cingoli 1F/D2 prendendo sempre in considerazione tutti i modi possibili per arrivare ad una cura e/o miglioramento dei sintomi per i pazienti.